Storie di Donne

Donne che hanno scelto di partecipare ai webinar e ai laboratori di Scrittura Senza Censura. Donne che hanno scelto di raccontarsi senza più timori e nessuna paura.

Raccontarsi è un atto creativo, raccontarsi è un gesto ribelle, e per essere ribelli serve il coraggio di perdere la corazza che ci tiene al sicuro, è come denudarsi ed esporre la nostra pelle, con il rischio di sentire freddo o troppo caldo, di essere graffiate ma… anche accarezzate.

Già, accarezzate, con i webinar e i laboratori di Scrittura Senza Censura abbiamo imparato che esporsi ci libera, che non è pericoloso come pensavamo, abbiamo scoperto che raccontare la nostra storia è come tornare a respirare dopo l’apnea.

Esporre la propria pelle fa paura ma ci permette di sentire tutto, e di capire come vogliamo essere accarezzate, abbracciate e amate. Cominciando a farlo da sole, senza aspettare nessuno. Trasformando le sensazioni in storie da condividere, in poesia, in parole d’amore…

Guardandosi allo specchio quella sera, si accorse di qualcosa di interessante. Non che non si fosse mai osservata finora ma quel giorno per la prima volta nel suo viso scorse la bellezza
Sono indecisa, paurosa, insicura e sono coraggiosa, vitale e fiduciosa. Sono una mamma e una donna che si giudica e si colpevolizza troppo. Sono alla continua ricerca della mia essenza.
Dentro la valigia di tessuto azzurro cielo misi un po' di cose, non tanta roba. Ed infine riempii le tasche laterali con sorrisi, impegno, consapevolezza, sincerità, un bel costume da mare e lo spazzolino da denti. 
Parole che cadono nel vuoto se nessuno le ascolta Parole vestite di promesse non mantenute Quelle nascoste in una bugia Quelle mute che si fanno complici Parole gridate con rabbia e con rancore O sussurrate in un amplesso
Siamo alla vigilia di un altro nuovo anno e mi chiedo con quali parole congedarmi per far posto all'anno che verrà
E se qualcuno mi invita? Sarò goffa, pesterò i piedi ma trabocca il mio cuore del ritmo della musica.
Danzo su ardenti braci di rabbia e sangue musica antica delle mie genti
Amelia l'etichetta di famiglia non si stacca. Ad Amelia non piaceva tanto stare in riga
Prigioniera nei suoi sentimenti, impartiti da chi ha guidato i suoi passi, oggi cerca di dare una risposta a quella fanciulla
Acqua che scorre vorticosa, a guardarla dal ponte dà il capogiro, ponte che unisce le sponde, ad attraversalo tutto occorre tempo.
Tu non sei i tuoi pensieri, non sei la tua immagine, non sei identificabile nei ruoli che hai scelto o che la vita ti ha assegnato. Tu sei tu, semplicemente.
Il peggio era passato, se lo era lasciato alle spalle e mai più si sarebbe voltata indietro per vedere cos’era rimasto.

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