Arcani Maggiori e Scrittura
Per molte di noi la scrittura è un rifugio.
Per me lo è stato per lungo tempo.
Scrivere per buttare giù emozioni su un quaderno è un passo importante e fondamentale, finché, non basta più, e i quaderni vengono dimenticati nei cassetti.
Trasforma la scrittura in qualcosa di completamente nuovo. Una scoperta, un atto di coraggio, un’evasione, una chiaroveggenza… un segreto!
Per tornare da noi stesse e non cadere nelle trappole di vecchie identità e ruoli stantii, è bene crearsi degli alleati. In questo caso i nostri alleati saranno gli Arcani Maggiori.
Il Laboratorio Segreto dei Tarocchi è un corso totalmente nuovo nel suo genere!
Non ci saranno noiose lezioni teoriche e faticose da ricordare, perché ci sarà scambio e condivisione, impareremo a conoscere gli Arcani Maggiori confrontandoci attivamente sulla simbologia di ogni Tarocco, e non solo. Bypasseremo ogni possibile blocco creando una storia del mistero.
Come?
Cominceremo con i personaggi.
Ogni storia del mistero che si rispetti ha bisogno di personaggi del mistero…
Perché i personaggi?
Gli strumenti che agevolano la ricerca interiore, come possono essere i Tarocchi, non sono facili da usare per se stessi, è possibile che i blocchi non permettano un’autoanalisi approfondita e diventino un ostacolo all’introspezione.
Ed è probabile che anche l’efficacia dei Tarocchi diventi fallimentare.
Pensa che, alcune antiche scuole esoteriche di Tarologia, vietavano l’autolettura. Si diceva che si corresse il rischio di chiamare a sé forze demoniache.
Ovviamente è una visione alquanto discutibile, probabilmente era un modo per tenere lontano le persone da questi strumenti sovversivi e ribelli, in un’epoca in cui si poteva morire per eresia.
Tuttavia, l’autolettura con i Tarocchi non è cosa facile, è come se l’inconscio mettesse in atto una sorta di protezione, e non ci permettesse di essere obiettivi nella visione degli Arcani, e di noi stessi.
Possiamo anche essere esperti tarologi, conoscere la simbologia e la numerologia, essere a conoscenza di tutta la teoria che riguarda i Tarocchi, eppure, è possibile che veniamo fregati alla grande dai nostri blocchi.
Ecco perché ho deciso di insegnare a leggere i Tarocchi in un modo completamente nuovo, proprio perché ho fatto esperienza io stessa di questi blocchi.
Creare i personaggi, partendo dal protagonista, continuando con l’antagonista e finendo con il mentore, significa portare all’esterno quell’immagine che, altrimenti, rimarrebbe chiusa nei meandri delle nostre stanze buie.
Abbiamo bisogno di espedienti narrativi che funzionino come specchi per sviscerare quello che è bene scoprire e osservare di noi.
Ecco che la creazione dei personaggi diventa efficace se non necessaria per un’autolettura degli Arcani chiara, consapevole e funzionale.
Mi porto fuori, mi vedo da più angolazioni, mi osservo, e posso conoscermi.
Il riflesso che creiamo con la narrazione diventa esso stesso un efficace strumento d’indagine e, insieme ai Tarocchi, si trasforma in un mix esplosivo!
Osservarci con gli Arcani significa ampliare la visione e l’idea che abbiamo di noi stesse, aggirando i criteri e l’idea che ci siamo cucite addosso.
A seguire ti spiego ogni personaggio e la sua funzione.
Il protagonista
Cominceremo con il protagonista, il quale ci permetterà di fare luce su quello che sappiamo di noi, sarà come un vecchio amico che ci vede per quello che siamo davvero.
Questo laboratorio sarà un viaggio di ritorno. Ciò che farai sarà scoprire da quale punto stai partendo. Chi sei adesso?
In questo viaggio, grazie alla guida degli Arcani Maggiori, potrai scoprire la poesia (intesa come atto creativo) che ti scorre dentro e che, forse, hai dimenticato.
Il protagonista ti aiuterà a ricordarla. Come una vecchia canzone che non ascoltavi da anni, il tuo “amico” te la canticchierà e te la riporterà alla memoria.
L'antagonista
In ogni storia che si rispetti, c’è un antagonista. Il bello sarà scoprire il ruolo di questo antagonista.
Nei Tarocchi non c’è mai una visione superficiale dell’io, e sono perfetti per questo tipo di indagine, perché ogni personaggio che incontriamo lungo il cammino ci fa da cartina tornasole.
Uno dei personaggi più importanti è l’antagonista.
L’antagonista può essere una persona, o un evento, che ci ostacola. Ma è davvero così?
Forse no, ti spiego: l’antagonista, agendo per contrasto, attiva la consapevolezza in funzione della determinazione a un nuovo agire più sicuro e determinato.
Pungolando dove fa più male ci permette di portare attenzione su una ferita, portarla alla coscienza, ringraziare e ripartire.
Gli Arcani svelano questo indicatore facilitando una visione che va oltre la divisione del “io e l’altro”.
Cosa rivela l'antagonista
Sarà una serata tosta quella sull’antagonista, lavoreremo molto su questo riconoscimento perché è un personaggio necessario alla nostra evoluzione personale.
Dopo averlo individuato scopriremo in che modo accade l’azione liberatoria di questo importante, quanto scomodo, alleato.
Accenderemo una luce, sia sugli eventi, sia sulle relazioni che hanno caratterizzato i nostri percorsi, mettendo l’intendo di vedere con più chiarezza la loro perfezione.
Il mentore
Così come l’antagonista, anche il mentore ha più facce. Può essere una persona, un fatto inatteso, una capacità, un’arte, e qualunque energia diventi, per il protagonista, una chiamata all’agire conforme al proprio fuoco, spesso avvertito come un innamoramento verso il proprio obiettivo, di qualsiasi obiettivo si parli.
E, spesso, l’amore è il nostro mentore, sia come passione verso un progetto, sia come amore verso un altro individuo.
Grazie a questo si attiva una memoria, la memoria di chi siamo realmente, che non è un ricordo legato all’esperienza, ma è qualcosa che la trascende. Attivando, così, il nascere senza più identificazioni e maschere.
Il mentore è colui che ci ricorda la strada per tornare a casa. E forse ci accompagna fin davanti alla porta.
E, anche in questo caso, saremo guidati a questo riconoscimento dagli Arcani Maggiori.
Il riconoscimento
Riconoscere se stessi è un vero e proprio ritorno. Se ci pensiamo, tutti i percorsi che facciamo nella vita, sono un modo per trovare la strada di casa.
Amo molto questa visione romantica del “ritorno a casa”, ma non fraintendermi, la casa di cui parlo non è certo un luogo, e neppure il ricordo di un’abitazione in cui siamo vissuti.
La strada di casa è un posto interiore, quel luogo in cui abbiamo nascosto il nostro tesoro: noi stesse.
Ad un certo punto, non si sa bene come e quando, siamo state costrette a nascondere il nostro tesoro, ma permettimi di vedere questa situazione in chiave poetica, e quindi di evocare l’immagine della promessa: la promessa di tornare in questo luogo nascosto e di ritrovare il nostro tesoro.
Con questo lavoro creativo di narrazione con gli Arcani, riporteremo alla memoria la meraviglia del riconoscimento.
Ri-conoscere se stesse, mantenere la promessa e ri-trovarci.